Quannu vene l'anarchia

DISEGNO DI COPERTINA: Biagio Accardi

Il CD dei Suonatori Libertari Calabresi è frutto di idee di denuncia e lotta sociale per una società altra basata su libertà ed uguaglianza, cantate nella cornice di un’artistica fusione di musica popolare e testi in idioma calabrese, è pubblicato nel 2020, anno in cui ricorre il

centenario della nascita del giornale anarchico Umanità Nova, che proprio di queste idee è stato e continua ad essere uno

strenuo diffusore.

Fondato da Errico Malatesta col contributo di tanti altri compagne/i dell’epoca, Umanità Nova vide la sua prima uscita da

quotidiano il 27 febbraio 1920, nel bel mezzo delle lotte operaie e contadine del biennio rosso ed ebbe un ruolo rilevante

nell’occupazione delle fabbriche. Distrutto nel 1922 dal regime fascista risorse subito in esilio (USA ed America Latina) con

alcuni numeri, si ripropose poi con edizioni clandestine durante la Resistenza e dal dopoguerra a tutt’oggi ha ripreso con

regolarità le sue pubblicazioni da settimanale. Molte saranno le iniziative sul centenario di Umanità Nova e noi anarchici e

libertari calabresi, che ci siamo impegnati nella cura e nella pubblicazione del presente CD, è proprio ad esse che intendiamo

con convinzione unirci. (Domenico Liguori)

NOVITA': E' disponibile il nuovo lavoro discografico dei Suonatori Libertari Calabresi

Porta la data di febbraio 2020 il doppio cd-audio dei Suonatori Libertari Calabresi. E' una confezione che contiene sia la prima raccolta di dieci brani stampata nel 2009 (e di cui rimando oltre in questa pagina per l'elenco dei brani e altre informazioni) sia una raccolta inedita di altri dieci brani, firmati dallo stesso insieme  musicale del 2009 – la confezione contiene quindi venti brani, suddivisi in due cd. I brani sono stati composti da Felice Campora, da Enzo Ruffolo, da Gerardo Vespucci, da Fernando Launi; c'è un testo di Davide Marano, mentre i testi di due brani sono stati scritti su  musiche tradizionali e un brano è interamente tradizionale. I brani del primo cd (quello del 2009) sono stati rimixati per questa speciale edizione del 2020; la resa è molto migliore dal punto di vista fonico, sotto la cura di Daniele Sanfilippo di Suoneria Mediterranea di Fuscaldo (Cs), che ha curato anche il mixing del secondo cd, registrato nel corso del 2019. Ecco i brani del secondo cd:

 

1. Adduvu va Iacintu (4:41)

2. U pirnacchiu (2:41)

3. U pirunu (2:05)

4. Terremotu ccu llu sterzo (4:11)

5. Statti accuortu (2:54)

6. L'anarchico di Calabria (5:21)

7. Il mondo di oggi (4::00)

8. Nino (2:56)

9. Giacomo Bottino (3:24)

10. Stornelli sociali calabresi (3:21)

 

La confezione con i due cd-audio si chiede a suonatorilibertaricalabresi@yahoo.com. Il materiale testuale nella confezione rende merito di tutto ciò che è stato necessario per giungere all'uscita di questa esperienza musicale e sociale in Calabria. 

 

Per ordinare il nuovo disco dei Suonatori Libertari Calabresi scrivere alla seguente mail: suonatorilibertaricalabresi@yahoo.com

 

-Il costo unitario del cofanetto con il doppio CD è di euro 15,00 + spese di spedizione*

 

* Spese postali fino a due cofanetti: euro 3,80

-Per 3 cofanetti euro 5,30

-per 4 cofanetti euro 6,20 

 

 

DOPPIO DISCO PER I SUONATORI LIBERTARI CALABRESI

 

 ’U patrùnu dà terra mia, m’ha parràtu dà democrazia…”

(“Il padrone della terra mia, mi ha parlato della democrazia…”)

Basterebbe solo questa frase (incipit del brano Canzone

dell’anarchico federalista) a racchiudere il senso più profondo della

protesta presente nel repertorio dei Suonatori Libertari Calabresi.

L’anarchismo in Calabria è stato soprattutto denuncia e lotta contro

le ingiustizie; contro le insopportabili condizioni di vita e di lavoro,

che le classi subalterne hanno subito nel corso degli anni. Frutto

dell’infausto connubio (non ancora debellato) fra potere politico e

potere economico.

Ecco dunque che, nel brano dei Suonatori, la “terra mia”, intesa

come terra che io lavoro, sulla quale verso sudore e sangue, in

realtà non è mia. Ha un padrone. Un proprietario. Un possessore.

Ed in quanto tale, costui, è anche delegato a venirmi a “parlare”

della democrazia. A venirmi a dire cosa devo o non devo fare. E’

questa violenza subdola, velata da un falso manto di

rappresentanza, che, da sempre, ha creato le condizioni affinché il

pensiero libertario potesse fiorire. In Calabria il terreno è stato

fertile; ne è venuta fuori una storia trapuntata di personaggi di

altissimo spessore umano ed intellettuale. Giacomo Bottino, Bruno

Misefari, Nino Malara, Giacinto Cupelli sono solo alcuni esempi di

una schiera di uomini che, da Reggio a Cosenza, hanno speso la

loro vita per portare avanti un messaggio sociale di umanità e di

libertà. Lo hanno fatto attraverso la lotta politica, l’impegno civile,

l’autogestione, il sindacalismo di base, l’arte, la musica.

Quest’ultima ci porta dritti verso il basso tirreno cosentino. Territorio

nel quale sul finire degli anni ’70, compaiono con forza: i testi, le

musiche, le produzioni artistico/letterarie, le inchieste giornalistiche

di un gruppo di giovani (oggi splendidi sessantenni) che

agganciandosi a quell’onda di contestazione e di creatività presente

nell’intera nazione, portano avanti i principi rivoluzionari, anche

attraverso le canzoni oggi presenti in questo doppio cd.

Felice, Enzo, Gerardo, Fernando ed altri, mettono a fuoco i mali del

territorio: la sanità, il lavoro, la corruzione, il baronaggio,

l’emigrazione. Grazie alla musica, che ha un’evidente matrice folk,

loro riescono a scandire parole altrimenti impronunciabili. Con

l’arma della satira riescono a sbeffeggiare il potere e i suoi simboli.

La forza di quel messaggio sta nel fatto che oggi, a collaborare alla

stesura di questo lavoro discografico, intervengano dei giovani

quarantenni che sono cresciuti ascoltando proprio queste canzoni.

Le conoscono. Le hanno cantate. Ne conoscono l’origine. I

retroscena. Sono brani che hanno segnato l’adolescenza e la

formazione politica di nuovi uomini. Si tratta quindi di un repertorio

che diventa testimone da passare. Documento. Simbolo di

un’appartenenza e di una lotta. Di un grande amore verso la propria

terra e verso l’anarchia.

 

Nando Brusco

 



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A cura dell'Associazione Culturale "La società Altra" - Laboratorio Comunalista di ricerche e iniziative sociali - che ha sede in Spezzano Albanese (CS), è stato editato un CD di canti anarchici, "Quannu vene l'anarchia", eseguiti musicalmente e cantati da un gruppo di compagni anarchici e libertari che si sono dati il nome di suonatori libertari calabresi.
I canti contenuti nel CD nascono all'interno del Gruppo Musicale Anarchico di Amantea in provincia di Cosenza, sono inediti e rispettano fedelmente le caratteristiche poetiche, politiche e musicali del canto anarchico tradizionale. Nati durante gli anni settanta, dal risveglio delle lotte dei movimenti di lotta studenteschi e operai, questi canti si contraddistinguono per l'uso del linguaggio dialettale e perché raccontano le vicende sociali e politiche di un territorio, la provincia di Cosenza e della Calabria, facendo riferimento alle problematiche del mondo intero in quanto gli anarchici sono internazionalisti.
Il contenuto dei testi è contrassegnato da un linguaggio duro, forte e deciso, contro l'ingiustizia, un linguaggio che propone un'utopia, una società altra, alternativa a quella esistente. L'uso del linguaggio dialettale si spiega perché i testi sono a forte contenuto politico e sociale in cui prevale la riscoperta, il mantenimento e la difesa della cultura calabrese. La riscoperta della cultura calabrese vissuta nella quotidianità e utilizzata in chiave di lotta. Una lotta che si pone contro le ingiustizie, lo sfruttamento, la soppressione della cultura tradizionale, la cultura massificante del capitale di cui lo stato si fa portatore. L'uso della cultura popolare di contestazione è un mezzo per comunicare messaggi e svegliare le coscienze.
Il disco è il risultato di un lavoro collettivo tra musicisti e compagni che è una delle caratteristiche fondamentali dei canti anarchici. Il repertorio musicale è costituito da ballate, tarantelle, canti, eseguiti con strumenti tipici della cultura tradizionale: chitarra francese, tamburello, tammorra, fisarmonica, flauto, mandola. Altri strumenti suonati nel disco sono il contrabbasso, l'armonica a bocca il rullante, il cembalo, il trombone, che pur facendo parte di altre culture musicali popolari, interagiscono perfettamente con i suoni e i canti della cultura popolare calabrese. Il canto, come il contenuto dei testi, mantiene i tratti tipici della musicalità tradizionale, timbrica rauca, ritmica potente, a simboleggiare la rivendicazione dei torti e delle ingiustizie subite dal mondo contadino e operaio. Il tema dell'emigrazione, essendo la Calabria un popolo di migranti, è uno dei temi principali: in "L'emigranti" si cerca di ironizzare su un problema che, padroni, fascisti, antimeridionalisti, avevano cercato di celebrare con la triste frase: "Ognuno alla sua terra" disinteressandosi della tragedia della nostra terra: si parte, si lasciano i propri affetti, il luogo natio, la propria cultura per andare in un altro paese. La ballata "E mò ca simu ccani" esprime con durezza il desiderio dei calabresi di restare nella terra natia, di non partire, per realizzare la vita tra i propri affetti; ma la realtà è ben diversa: politici, baroni, padroni, genti di altri paesi hanno depredato la bella Calabria senza dare nulla in cambio, perciò la condanna senza appello verso la classe dirigente: la chiesa, lo stato e l'occupante straniero che hanno costretto i calabresi ad emigrare. I canti più interessanti sono i cosiddetti canti ideologici in cui si aspira ad una società diversa: "Quannu vene l'anarchia", "'A canzuna i l'anarchicu federalista", "Cinque guagliuni". "'U primu maggio a Spizzanu" è un omaggio alla cittadina di Spezzano Albanese, centro Arbëresh della provincia di Cosenza, dove si teorizza una società altra ma è nel contempo un omaggio alla cultura paesana tradizionale.
In conclusione posso dire che questo disco, per la riproposizione dei contenuti e dei valori espressi, la società dell'avvenire, la fratellanza universale, la lotta contro la tirannia e lo sfruttamento, la solidarietà umana, la lotta contro l'ingiustizia, la lotta per una società di liberi e di uguali è un disco attuale.

 

Vincenzo Giordano

Suonatori Libertari Calabresi